“Il viaggio di Utnapistim”, il racconto scelto dalla Classe Seconda per la loro rappresentazione di Natale
I bambini e le bambine della Seconda si sono preparati al Natale portando in scena “Il viaggio di Utnapistim”. Il protagonista è un giovane eroe sumero, presente nei racconti dell’Epopea di Gilgamesh.
Utnapistim e tanti animali si ritrovano a intraprendere un lungo viaggio per mare, molto faticoso. Inizialmente non è facile convivere e fronteggiare le difficoltà, ma poi, grazie all’aiuto del Bradipo – che riesce a vedere il mondo secondo tanti punti di vista – affrontano insieme le difficoltà collaborando e condividendo i propri talenti.
IL VIAGGIO DI UTNAPISTIM
Un giorno di tanti anni fa, gli dei decisero di distruggere il mondo, gli uomini e tutti gli altri esseri, mandando un diluvio. Ma uno di loro, Ea, il dio delle acque, decise di aiutare almeno un uomo e si rivolse a Utnapistim, chiedendogli di salvare il seme della vita: doveva caricare su una nave uomini, servi e animali di ogni specie e cominciare a viaggiare nell’oceano. Utnapistim, un po’ preoccupato, chiese a Ea cosa doveva rispondere a tutti quelli che chiedevano il perché di quel viaggio. Ma il dio gli disse che doveva rispondere soltanto di aver deciso di fare un lungo viaggio in mare.
E così obbedì, si organizzò, caricò i bagagli, finché un giorno, quando la nave fu pronta, iniziò a caricare tutti gli animali, si imbarcò e salpò per raggiungere il centro dell’oceano.
Poco dopo arrivò il diluvio: iniziò piovere e a grandinare, con lampi e fulmini: c’erano grandissime onde che facevano traballare la nave. Il viaggio stava diventando lungo e molto faticoso a causa di tutto quel mal tempo!
Gli animali dovettero ripararsi sotto la tettoia e, ben presto, iniziarono a sentirsi stanchi di stare stretti, di non poter essere liberi, di non poter correre nella savana e nei boschi, di non poter volare nel cielo. Così si infastidivano l’uno con l’altro, e in pochissimo tempo, incominciarono a litigare!
Per esempio, l’Aquila Reale si lamentò e disse: “Voi quattro zampe non sapete volare, ogni volta che vi spostate siete lenti e ingombranti e rallentate tutti”. La Tigre rispose: “Certo volare è molto comodo, appena qualcosa non va te ne puoi volare via”.
E poi il Leone si lamentò perché le scimmie non stavano mai ferme e i serpenti sibilarono dicendo che non volevano ascoltare tutti quei litigi che non li facevano riposare. Gli animali piccoli rimproveravano gli animali grandi perché non facevano attenzione e li calpestavano. Insomma, tutti avevano qualcosa da ridire sugli altri, sembrava quasi non ci fosse spazio per tutti su quella nave.
In tutto ciò due personaggi osservavano i continui litigi: erano Utnapistim, che cercava di tenere saldo il timone della nave in mezzo a tutte quelle onde, e Arturo, un bradipo.
Ad un certo punto fu proprio lui ad intervenire dicendo: “Insomma basta! Cos’è tutto questo lagnarsi, questo criticare? Possibile che non sappiate far altro che litigare, protestare, arrabbiarvi? Perché non prendete la vita con più calma?”.
Gli animali per un attimo fecero silenzio, ma poi osservarono Arturo e gli dissero: “Arturo, ma che cosa vuoi tu? Stai sempre solo! Che ne sai tu dei nostri problemi? In questa nave non riusciamo a starci tutti.” Così continuarono a litigare e ognuno voleva che qualcun altro lasciasse la nave.
Allora Utnapistim e il Bradipo si guardarono e li lasciarono litigare. Il Bradipo poi aggiunse: “Continuate a litigare, poi vedrete che, quando non avrete più voce, dovrete per forza arrendervi”.
E così fu: dopo giorni di litigi, gli animali caddero a terra stanchi e stremati da tutte quelle urla. Il Bradipo Arturo li lasciò dormire per qualche tempo, ma poi decise di svegliarli con tanta energia.
Una volta che furono tutti svegli e anche un po’ straniti dall’intervento di Arturo, il Bradipo chiese: “Allora avete deciso chi deve scendere? Avete detto che siamo in troppi no? Chi si sacrifica?”. Tutti si guardarono in silenzio, nessuno di loro voleva lasciare la nave, nessuno voleva morire, tutti volevano vivere.
Anche gli animali si resero conto che non era possibile scegliere chi doveva sacrificarsi: sarebbe stato troppo crudele.
Ad un certo punto alla Giraffa venne un’idea: avrebbero scritto un decalogo, cioè una lista di dieci regole. Avevano bisogno di stabilire un codice che permettesse loro di avere una buona convivenza sulla nave. Scrissero tutti insieme, con grande entusiasmo, le dieci regole e le portarono al Bradipo. Egli le ascoltò e si complimentò perché avevano fatto un buon lavoro. Disse anche che, scrivendo quelle regole, avevano imparato a convivere, a rispettarsi l’un l’altro, ma non avevano ancora trovato la strada per apprezzare quanto fosse prezioso essere così diversi uno dall’altro.
Gli animali ci rimasero male per la risposta di Arturo: si aspettavano che gli sarebbe piaciuto il loro lavoro. Non capirono.
Per un po’ di tempo decisero di non considerarlo più e di vivere secondo le regole della buona convivenza. In effetti, per un po’, le cose filarono lisce, ma poi qualcuno di loro andò dal Bradipo e disse: “Hai visto? Nonostante quello che dici, grazie a queste regole riusciamo a vivere bene insieme!”. Ma proprio in quel momento le onde si fecero più alte, le piogge più impetuose, i venti più forti, la nave cominciò ad andare su e giù e Utnapistim cadde in mare!
Fu la Giraffa ad accorgersene perché, con il suo collo lungo, poteva guardare il mare. Avvisò tutti gli animali che, all’inizio si fecero prendere dal panico, ma poi decisero di organizzarsi: ognuno di loro doveva avere un ruolo nel salvataggio del loro amico.
E così, gli animali si misero all’opera. Le scimmie lanciarono una corda all’Aquila. L’Aquila, grazie alle forti ali, poté portare la corda con il salvagente a Utnapistim. Intanto la Giraffa continuava ad osservare con il suo occhio lungo dove era l’amico. Il serpente assicurò l’altro capo della corda attorno al suo corpo e poi attorno alla trave. I leoni e le tigri si misero a tirare forti le corde. Il lupo con il suo forte ululato dava il ritmo alle tigri e ai leoni. Ognuno stava mettendo a disposizione le proprie qualità e i propri talenti per poter salvare Utnapistim, la nave e se stesso.
Tira una volta, tira due volte… ma alla fine, grazie a un grande strattone del Leone, Utnapistim riuscì a tornare sulla nave. Era molto spaventato e molto zuppo! Ringraziò gli animali e, dopo qualche starnuto, decise di andare a cambiarsi e riprendere in mano il timone.
Fu solo allora che gli animali riuscirono a capire le parole del Bradipo. Ora avevano capito perché era così importante essere diversi: se non avessero avuto qualità diverse, non avrebbero potuto salvare Utnapistim e così, oltre ad utilizzare delle regole, impararono come era bello e ricco vivere valorizzando tutte le loro diversità.
La nave continuò a viaggiare per molto tempo e l’armonia regnò sempre. Quando arrivarono sulla terra ferma, iniziarono a ricostituire tutto il genere degli animali e degli esseri viventi, insegnando loro armonia e rispetto per la diversità.
Grazie a questa rappresentazione abbiamo scoperto le nostre caratteristiche che ci rendono unici e diversi dagli altri e quelle dei nostri compagni.
Abbiamo capito quanto sia importante la diversità per collaborare e crescere insieme!