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Le scatole azzurre: tra emozioni e narrazioni

scatole

Le scatole azzurre ci conducono in un viaggio emozionante

 

Nella seconda parte dell’anno scolastico, i bambini di prima hanno compiuto un viaggio profondo ed unico attraverso una metodologia creativa: le scatole azzurre.

scatole azzurre

Per un’ora alla settimana e per un totale di dieci incontri ogni bambino aveva a disposizione una scatola di legno, dalla grandezza 50×80 cm, dipinta di azzurro e riempita di sabbia.

Ad ogni incontro la scatola veniva smontata del contenuto per poter ripartire ogni volta dal principio.

La scelta delle dimensioni e del colore della scatola e del materiale non sono casuali.

La sabbia è un materiale immediatamente trasformabile che, attraverso la manipolazione, permette di rivivere esperienze arcaiche, alcune delle quali possano riaffiorare come ricordi, fantasie, emozioni e sensazioni… La scatola, di volta in volta, diventa metafora del mondo interno del bambino che progressivamente si delinea e prende forma.

È azzurra come il cielo, come il mare che è  profondo ed infinito, come l’unicità di ogni bambino che ha bisogno di possibilità e mezzi per raccontarsi e dire di sé.

Oltre alla sabbia i bambini hanno avuto a disposizione materiali naturali e destrutturati attraverso i quali hanno sollecitato e arricchito le loro immagini interne e la dimensione simbolica.

scatole materiali

Questa metodologia permette inoltre di sviluppare l’organizzazione nello spazio, la ricerca e la scelta del materiale più adeguato, oltre al pensiero e al linguaggio.

La metodologia pone il bambino nella possibilità di dirsi e raccontarsi attraverso i materiali a disposizione. Non ci sono indicazioni di azioni, l’unica è quella di non invadere lo spazio altrui, senza averne il permesso. L’interno della scatola non può dunque essere modificato né dagli altri bambini, né dall’adulto. Questa garanzia consente al bambino di sentirsi al sicuro e poter ritrovare e trasformare senza perdere nulla di ciò che gli appartiene.

Ogni bambino al termine dell’incontro poteva condividere con gli altri il titolo della sua opera e poter raccontare come si era sentito nel realizzarla. I racconti e le parole sono stati, di volta in volta, raccolti per tenere memoria e storia del “viaggio” compiuto.

scatole gioco

Verso la metà del percorso, è stato proposto ai bambini di poter lavorare a coppie o al massimo in tre in un’unica scatola. È stata un’esperienza concreta di condivisione di spazi, materiali, ma anche di idee e pensieri. I bambini hanno raccontato del piacere ma anche della difficoltà, della ricchezza di poter mettere insieme i progetti e di vederne la trasformazione.

Come ultima tappa del viaggio, è stata data loro la possibilità di tornare ognuno nella propria scatola, qualcuno ha confidato di sentirsi triste, solo, di fronte alla scatola, qualcun altro ha raccontato che far ritorno nella propria scatola è stato come “tornare a casa dopo un lungo viaggio, a ritrovare le proprie cose, i propri affetti”.

attività

Al termine del percorso è stato confezionato per ciascun bambino un piccolo album in cui sono state raccolte le foto delle scatole/opere, corredate dai titoli, in modo tale che nulla fosse perduto e che i bambini potessero ritrovare le proprie rappresentazioni e narrazioni.

C’è nel bambino un piacere pulsionale a rappresentarsi che viene espresso in tutti i giochi creativi e spontanei, perché la rappresentazione di sé è un’esigenza di esistere indispensabile alla vita” così dice Bernard Aucouturier, fondatore della Pratica Psicomotoria Aucouturier®.

E’ compito degli adulti, che stanno accanto ai bambini, fornire loro le migliori condizioni perché possano creare, raccontarsi, dire di loro e dei loro mondi e compiere viaggi e avventure tra ricordi e possibilità future.