La classe gialla alla scoperta della storia del popolo Maya!
Durante il mese di gennaio è iniziata la tappa educativa della strutturazione: la classe gialla composta da bambini di tre, quattro, cinque anni prosegue il suo percorso di crescita individuale e di sviluppo sociale analizzando il magico racconto della creazione del popolo Maya.
Ogni bambino, incantato dall’ascolto del racconto, scopre come le parole del mito riescano a comunicare direttamente con lui: parole semplici, chiare… che esprimono i valori della vita.
L’uomo di fango fatto di acqua e terra non riesce a stare in piedi, è molle.
Che fatica plasmare l’uomo con l’acqua e la terra… è vero, non riesce a stare in piedi, un po’ come noi quando siamo stanchi!
L’uomo di legno fatto di legno, è rigido e inespressivo.
L’uomo di legno va dove vuole, sempre solo e non si capisce cosa prova.
L’uomo di mais fatto di semi, è vita che cresce e si trasforma.
E’ bello essere come l’uomo di mais, ogni chicco contiene un tesoro: il pensiero, la parola, lo sguardo, l’ascolto, l’osservazione, il gioco, il sorriso, il canto…
Insieme ai bambini abbiamo evidenziato l’importanza di saper riconoscere le proprie potenzialità ma anche i limiti fisici, e di come veicolare tutto ciò con il proprio corpo.
“Maestra io vengo a scuola per crescere” dice un bambino…
Imparare ad utilizzare un linguaggio pertinente e sperimentare tecniche espressive diverse, sostiene il bambino nel suo sviluppo globale in relazione del rispetto e bisogni degli altri.
Tutti insieme abbiamo dipinto la scenografia utilizzando delle spugne per realizzare il cielo e la terra.
Abbiamo colorato e incollato il seme di mais, i fili di corda sono diventate le radici e il fusto è stato realizzato con la carta crespa. La pannocchia è stata disegnata avvicinando tra loro i semini, proprio come noi, facendo però attenzione a non sovrapporli l’uno con l’altro.
E una volta finite le attività…mais, biscotti e polenta per tutta la classe!
La crescita è un cammino nel divenire, tuttavia non si cammina solo per arrivare, ma anche per vivere mentre si cammina. (Romano Guardini)